Ieri su tutti i social è stata pubblicata una lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi scritta da un gruppo di noti esperti in sicurezza informatica. Tale “accorato” e importante documento fa trasparire una grande preoccupazione da parte di esimi studiosi ed operatori di un settore in cui l’Italia è ancora tanto indietro.
Questo coordinamento di informatici espone nella missiva l’importanza di costituire un gruppo di lavoro governativo composto da figure di comprovate capacità, in possesso di un’approfondita ed aggiornata comprensione dei problemi e degli scenari globali, nonchè di un curriculum adeguato sia in termini di formazione specifica che di esperienze sul campo. Recita testualmente la lettera: <la Sicurezza Cibernetica è divenuta negli ultimi anni una priorità assoluta. L’assenza di un processo di Cyber Security ben articolato, debitamente finanziato ed applicato a regola d’arte, è oggi in grado di determinare negativamente le sorti di una nazione. Chi scrive richiama da molti anni l’attenzione sui ritardi che il nostro Paese ha accumulato in materia, e l’interesse del più alto livello dell’Esecutivo è sicuramente una notizia molto positiva>.
La preoccupazione dei firmatari della lettera è nata a seguito della divulgazione della notizia della possibile nomina di Marco Carrai, <esperto di sicurezza informatica>, ma anche grande sostenitore e amico di Renzi, quale responsabile dell’Agenzia per la sicurezza informatica.
Tale discutibile nomina arriva dopo la pubblicazione della direttiva del 1° agosto 2015, nella quale Renzi comunica che è intenzione del Governo attuare indirizzi strategici ed operativi del Quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico. L’esigenza rappresentata nella direttiva è quella di consolidare un sistema di reazione efficiente ad eventuali attacchi informatici, con l’obiettivo di assicurare la resilienza dell’infrastruttura informatica nazionale, a fronte di eventi quali incidenti o azioni ostili che possono compromettere il funzionamento dei sistemi e degli assetti fisici controllati dagli stessi. Una delle minacce tutt’altro che infondate è il cyberterrorismo, già affrontato da altri stati, come ad esempio gli Stati Uniti.
Epilogo
Condividendo appieno le preoccupazioni degli esperti nella sicurezza informatica mi auguro che questa lettera giunga davvero al destinatario e che anche in questa occasione non si faccia tutto alla carlona, ovvero all’italiana…
Se volete sostenere questa lodevole causa potete firmare la lettera a questo indirizzo.