Ieri, 22 aprile, si è tenuto a Vibo Valentia, organizzato dal Lions Club, un interessante incontro su uno dei temi caldi e attuali riguardanti soprattutto la nostra professione: la sicurezza informatica.
L’evento si è svolto in una sede particolarmente suggestiva: la Scuola di Polizia di Vibo e si è aperto con la diffusione in sala del nostro Inno Nazionale. Non so bene perchè ma ascoltare quelle note suscita in me sempre un particolare stato d’animo.
Dopo i saluti delle varie autorità, si entra nel vivo dell’incontro e iniziano gli interventi dei relatori.
Maurizio Bonanno, giornalista e sociologo, ha illustrato come, anche grazie all’avvento delle nuove tecnologie, sia cambiato il modo di comunicare. La rete ha imposto nuovi vincoli e linguaggi conosciuti soprattutto dalle nuove generazioni, accrescendo spesso il digital divide tra queste ultime e le precedenti.
Mario Spagnuolo, Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, si è occupato di illustrare, alle numerosi classi di studenti presenti in sala, cosa si intende per documento informatico. Si è soffermato anche sul tema della crittografia, ricordando la figura di Alan Turing, uno dei padri dell’informatica. Il dott. Spagnuolo ha concluso il suo intervento laconicamente: “i cyber-analfabeti saranno esclusi dal tessuto sociale“.
Salvatore Rettura, Assistente Capo della Polizia di Stato ed esperto di reati informatici, ha avuto l’ingrato compito di esporre ai ragazzi tutti i pericoli provenienti dalla Rete. Una sfilza di video agghiaccianti su cyberbullismo, pedopornografia, phishing e altri tipi di reato commessi attraverso l’uso della rete.
Nota per i genitori: sul sito della Polizia Postale ci sono diversi approfondimenti sui danni che potrebbero subire online i nostri figli. Addurre l’ignoranza informatica come scusa per non documentarsi è da imbecilli.
L’incontro diventa sempre più tecnico con l’intervento di Giuseppe Maria Avventura, Esperto informatico del Ministero della Giustizia. Avventura ha illustrato la storia dei pericoli informatici connessi al tipo di computer in uso a partire dai primi IBM fino ai novelli PC e iMac. L’avvento di internet, come sappiamo tutti, ha aumentato in maniera esponenziali i rischi a cui va incontro l’utente di oggi. E’ stato anche affrontato il problema del blocco del sistema informatico del Ministero della Giustizia avvenuto la scorsa settimana. Essendo parte lesa, mi son azzardata a fare la domanda che mi frulla nella testa da mesi… Ma lo spazio dei server ministeriali sarà mica infinito??? Il sorriso di Avventura non mi ha tanto rassicurata, ma tant’è. Per quanto mi riguarda continuerò a sostenere l’importanza di creare un clone (su hard-disk esterno) di ciascun fascicolo informatico che ci riguarda.
L’intervento finale è toccato a Corrado Giustozzi, che è anche il motivo della mia trasferta a Vibo. Definire Corrado solo come esperto di sicurezza informatica è davvero riduttivo. La prima volta che lo sentii relazionare eravamo all’HackInBo e lui fece un intervento che mi colpì molto sul cyberspace, abbracciando filosofia, letteratura ed informatica in modo chiarissimo, sopratutto per chi, come me, si era da poco avvicinato all’argomento.
Giustozzi ha trattato l’argomento clou del convegno: “La sicurezza informatica non è (più) opzionale. La Rete non è più un fenomeno per gli addetti ai lavori: ormai siamo tutti in Rete. Ma c’è un rovescio della medaglia: il cyberspazio è un territorio ancora poco conosciuto e gli utenti sono milioni, talvolta senza alcuna cultura informatica“.
Ma per approfondire questo tema ho pensato di far parlare il diretto interessato.
Ecco a voi l’intervista a Corrado Giustozzi.